A.A.A. Reati documentati per 50 milioni di Euro cercano Magistrati (non occorre bella presenza) Writing in progress…

Sottotitolo “Una storia tutta italiana” o se volete l’ “Attività Criminale di Magistrati in una vicenda tutta documentale ammessa persino dagli autori”

Come definita rispettivamente dall’ Avv. civilista Massimiliano Cicoria, nella memoria conclusiva in procedimento in corso c/o il Tribunale di Napoli e dall’ Avv. penalista Raffaele Leone nel ricorso in Cassazione presentato da oltre 1 anno presso la Procura di Napoli in opposizione all’archiviazione decisa dal GIP Anita Polito, sez. 41 Ufficio GIP di Napoli.

(il contenuto di questa denuncia, rispetto agli anni in cui si è ingenerata la questione, è provato da documenti pubblici di provenienza certa, controfirmati, da anni a disposizione delle autorità giudiziarie, di pubblica sicurezza e notarili.

Oltre la mia famiglia, coinvolte nella truffa ancora impunita, altre 100.

Ad esse, negli anni tra il 1993 e il 1997, nel silenzio delle Amministrazioni di Casalnuovo di Napoli (tramite anche servizi immobiliari forniti alla clientela tramite l’immobiliare di mio cognato quando ero all’oscuro degli imbrogli sottostanti) grazie a documentazioni solo apparentemente legittime, furono fatti acquistare immobili oggi dichiarati da abbattere)

Strano,

Nel paese con la disoccupazione tra le più alte in Europa, da 18 anni non riesco a trovare un magistrato disponibile a indagare un’organizzazione criminale che ha dimostrato essere capace di attentare alla Giustizia, quindi alla vita democratica nel paese, con una sfilza di reati, tutti documentati, il cui scopo primario è proteggere gli autori di lottizzazioni abusive realizzate nei primi anni ’90, per centinaia di immobili, la costruzione totalmente abusiva degli stessi e la vendita, altrettanto illegale, tramite rogiti notarili (privi di validità) dei detti immobili, frodi giudiziarie e fiscali per il riciclaggio dei proventi illeciti, dopo un tour nei paradisi fiscali rientrati in Italia in un trust di nome King intestato ai figli della coppia Corrado Ferlaino / e Patrizia Boldoni , mandanti di un’ estorsione ai danni del sottoscritto, Luigi Iovino ancora in corso, nel omertoso silenzio indecente della avvocatura e della magistratura locale e non.

Le mie prime contestazioni giudiziarie risalgono agli inizi del 1996, quando, per varie ragioni tutte rivelatesi fondate dalla sentenza n° 7632 emessa dalla Suprema Corte di Cassazione il 2 marzo 2011, convinsi mia moglie a non sottoscrivere l’atto di rogito che il notaio Nicola Capuano, ancora oggi con studio in via Depretis n° 5.

Immediatamente dopo, ad opera dei “bravi” dei Ferlaino/Boldoni, in primis l’Avv. Roberto Morante coadiuvato inizialmente dall’ing. Gennaro Fiorillo (già direttore dei lavori abusivi sostituito all’ing. Ciro Carboni e Claudio Zarrulli (che già tanto avevano dato) poi coadiuvati dal mio legale di Sfiducia e dal CTU nel procedimento civile di 1° grado, Perito Edile Santo Flagiello e giudice Mauro Criscuolo, iniziarono delle vessazioni che ancora devono concludersi e che non potranno concludersi senza l’annullamento della sentenza n° 309/04, annullamento tutt’ora avversato da strane sparizioni e ricomparse di fascicoli presso la II Sez. Civ. Corte di Appello di Napoli, dove (Sic) lavora attualmente l’ancora Giudice Criscuolo), col risultato che nell’ultima udienza svoltasi il 4 dicembre scorso, anche per omesso interesse del mio ex legale di fiducia Davide Attilio, non è stata garantita la legittimità dell’udienza rinviadola, senza neanche leggere i documenti, al 17 giugno 2015.

C’é ne sarebbe già abbastanza per una bella associazione a delinquere finalizzata al pilotaggio ed allo sviamento di attività processuali, ma quando avrò finito di scrivere la presente ci accorgeremo che in Italia, la “BANDA LARGA” esisteva ancora prima dell’avvento del digitale, e, forse questo, spiega anche la resistenza delle nostre istituzioni a far installare la “Banda Larga” digitale, quella che fa viaggiare le informazioni, senza la quale anche questo scritto avrebbe poco senso.

Torniamo a noi… perduta la causa civile di 1° grado, che non avrei potuto perdere, avanzai le prime denunce penali nel 16 giugno 2004 poi subito rinforzata da altre denunce il 27 agosto 2004 presso la Procura di Napoli e inizio 2005, anche per estorsione, presso i Carabinieri di Casalnuovo di Napoli.

Ricorso inutilmente in Appello (perso anche quello in modo altrettanto furfantesco) poi ne sono seguite tantissime, sia contro la mia controparte, sia contro il magistrato che al tribuAnale di Napoli decise la sentenza n° 309/04 in danno di mia moglie  in spregio alla legge 117/88 art. 2. comma 3 lettere a, b e c. (Proc. INcivile n° 13288/98).

Non vi dico della pochezza e della perfidia del mio primo legale di Sfiducia, Vincenzo Giordano, del Foro di Napoli, oggi con studio in Via Solimena al Vomero, che mi lasciò in balia della mia controparte e del loro magistrato il giorno prima dell’assegnazione a sentenza, tentando di avere il suo rendiconto prima dell’emissione della sentenza (fatto che da se puzzava lontano un miglio con un fumus mali iuris che era preconizzavano i pestilenziali funi della terra dei fuochi…

Concentrando la mia attenzione sulla sentenza n° 309/04, sebbene non sia un tecnico, ho contestato (anche questo fin’ora inutilmente) che le responsabilità che il giudice monocratico Mauro Criscuolo decise di assumersi, in consapevolezza che i colleghi difficilmente lo avrebbero condannato per quello che realmente ha posto in essere, frapponendosi tra le ragioni di mia moglie e il conseguimento della giustizia già in 1° grado.

La legge 117/88, per quanto conosciuta come la legge che ha vanificato il voto espresso dal popolo sovrano col referendum promosso principalmente dai Radicali Italiani nel 1987, che ottenne oltre l’80% dei consensi dell’elettorato attivo, prende in considerazione i casi di responsabilità per dolo o colpa grave. 

L’art. in questione recita:

3. Costituiscono colpa grave:

  • a) la grave violazione di legge determinata da negligenza inescusabile;

  • b) l’affermazione, determinata da negligenza inescusabile, di un fatto la cui esistenza è

  • incontrastabilmente esclusa dagli atti del procedimento;

  • c) la negazione, determinata da negligenza inescusabile, di un fatto la cui esistenza risulta incontrastabilmente dagli atti del procedimento;

  • d) l’emissione di provvedimento concernente la libertà della persona fuori dei casi consentiti dalla legge oppure senza motivazione

Ebbene, leggendo le carte processuali, il giudice Criscuolo è incorso in tutti e 3 i primi casi previsti all’art. 3 della suindicata legge, ma non ci sono magistrati disposti a contestaglielo, anzi, ne ho trovati moltissimi che si sono prodigati per insabbiare la vicenda…

Da qui l’esigenza di diramare l’annuncio di cui al titolo della presente…

Continua… (appena ho tempo)

Luigi Iovino

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Capisco che il titolo vi suonerà strano, datemi in tempo di spiegare  e vi ricrederete…

Quanti si chiudono nel cesso per fumarsi una sigaretta e pensare, quanto questo luogo, per molti un’ isola felice a prescindere da altre considerazione, vi ha aiutato a concentrarvi ? No, non dico sullo sforzo per evaquare (almeno non solo su quello) ma sulle cose della vita.

Per alcuni (spesso questo è anche foriero di litigi in famiglia quando si hanno meno di 2 wc in casa) il cesso, per quanto ristretto il locale possa essere, è un rifugio dalle continue intromissioni degli altri nei nostri pensieri.

C’é chi, quando è sul cesso, associa il piacere del fumo della sigaretta.

C’é chi si porta anche il giornale o le parole crociate, ma, vi invito a smentirmi, ognuno si porta sempre dietro i suoi pensieri che non condivide neanche coi familiari, almeno finché non li ha formati compiutamente fino a prendere decisioni, a volte importanti.

Io non fumo, non ho mai fumato se non fumo passivo, ma, quando posso, non rinuncio al piacere di fare il sudoku sul cesso e lasciarmi avvolgere dai pensieri (almeno non puzzano finché non ne rimani deluso).

Facendo il sudoku nel corso di una di queste sedute,  ripensando alla vicenda giudiziaria nella quale mio malgrado, con la mia famiglia siamo vittime da 18 anni di un’organizzazione criminale che, non solo presso il Tribunale di Napoli, ha al suo servizio avvocati, magistrati, consulenti tecnici e chissà quanta manovalanza di secondo piano (cancellieri ecc… non meno utili dei precedenti alla difesa del disegno criminale in corso ai danni di oltre cento famiglie e dello Stato in generale), delle merde umane, ecco perché mi vengono in mente sul cesso) mi è venuto da pensare che le leggi, in origine, quando non nascono da menti prevenute e/o malpensanti, se amministrate da giudici terzi dai fatti e dalle parti in causa, potrebbero essere applicate agevolmente secondo degli schemi fissi…, appunto come le semplici regole del Sudoku, nel quale schema non sono ammessi errori, sbavature o interpretazioni errate (dolose o colpose che siano)…

Il Sudoku, a prescindere dal grado di difficoltà che si affronta è più diritto del diritto…, in quanto per la sua unica soluzione “in ogni riga (verticale e orizzontale) e in ogni riquadro ci possono essere solo i numeri da 1 a 9.

Nessun giudice o avvocato, per quanto bravo, potrebbe alterarne la conclusione, gli elementi sono 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 9 (ci sono poi schemi alternative con più numeri o lettere, ma, la regola è la stessa, univoca, pertanto infallibile e per questo giusta, chiunque esce fuori dalle regole viene dichiarato “colpevole” e non riesce a completare lo schema e non serve imbrogliare.

Di riflesso, (mentre mi sforzavo di soddisfare esigenze corporali improcrastinabili)  pensai che in origine, chi fece le leggi, le inquadrò in uno schema secondo il quale a un comportamento che procurava un danno (ad un singolo o alla comunità) corrispondeva una pena applicata da un giudice, secondo il caso.

Poche regole, pene certe, confini per i magistrati entro i quali amministrare le leggi.

Qui iniziarono dolori di pancia fortissimi, la situazione era difficile e cominciai a sudare…

Dopo le leggi, le pene e i magistrati, furono inventati gli avvocati, inizialmente per rappresentare, secondo verità, le ragioni delle parti o degli accusati rispetto al magistrato, tenendo come faro la legittimità delle contestazioni addotte, pena la pena per gli avvocati (scusate il gioco di parole) di essere giudicati correi dei loro clienti.

Ora i dolori al basso ventre andavano e venivano come doglie, e il sudore era gelato…

A presidio del funzionamento del sistema il dogma che i magistrati dovevano essere onesti e gli avvocati altrettanto…

Poi questo dogma, che nessun cittadino ha mai potuto con facilità mettere in dubbio, si è rivelato spesso un paravento, dietro il quale i magistrati si sono arrogati il diritto di non essere giudicati da cittadini, ma da altri magistrati, chiudendo un cerchio che a lungo andare li ha isolati dal mondo.

Così sono oggi i magistrati in Italia, come semidei con stipendi da Dei, ostentatamente osservanti  una autoregolamentazione che rende le leggi che li tutelano troppo anticostituzionali in spregio all’art. 3 della Costituzione italiana in quanto, a parità di reati, sono soggetti diversamente alla legge rispetto agli altri cittadini, e addirittura, rispondono diversamente delle responsabilità per gli errori compiuti nell’esercizio delle loro professioni, i cui eventuali risarcimenti vengono scaricati sulla comunità (a oggi presso la Corte Europea di Strasburgo sono in maturazione risarcimenti per miliardi di Euro a danno dell’Italia per gli errori/orrori dei magistrati (mentre all’Italia per colpa loro vengono comminate multe per il mancato adeguamento della normativa alle più ampie tutele per i cittadini comunitari), ma non è tutto: secondo la legge 117/88 e seguenti, ai magistrati italiani è concesso non solo l’errore nell’interpretare le leggi, ma anche l’errore di valutazione delle prove presenti in giudizio, col risultato che il processo è diventato un teatro, o peggio, come ha affermato giorni addietro il magistrato Dr. Nello Rossi, un luogo criminale e criminogeno dove nessuna regola viene rispettata e i magistrati la fanno da padrone, salvo ogni tanto qualcuno di loro che la fa fuori dal vaso, che viene conto con il pistolino in mano e messo in galera, ma sono casi troppo rari, a sentire gli interessati, per soddisfare le esigenze di chi viene penalizzato nei giudizi nei Tribunali italiani.

A questo punto delle mie elugubrazioni e di sforzi fisici la lotta era quasi conclusa, la sudorazione si era calmata e tutto pareva avviarsi per il meglio, anche chi aveva bussato tre volte alla porta aveva desistito…

Lo sciaccuone avvisò tutti che la “stanza dei pensieri” stava per essere liberata.

Mi rimase la convinzione che se, applicando le semplici regole del Sudoku, tornassimo a far amministrare la legge facendo applicare regole certe, obbligando i magistrati e gli avvocati a dare concreto valore alle prove in causa, che ogni magistrato ed avvocato dovrebbe considerare per la loro reale conferenza, se le pene venissero comminate e fatte scontare secondo norma nella loro interezza, ci sarebbero meno persone disposte a delinquere e meno avvocati dispostia fargli da complici nella consapevolezza che un giudice compiacente, con le regole attuali, è facile da trovare…

Resta da capire se sono le regole del Sudoku troppo semplici o se questa possibilità di avere a disposizione avvocati e magistrati compiacenti vale la contropartita di essere uno dei paesi al mondo con il maggior livello di corruzione dei dipendenti pubblici, tra i quali anche i magistrati, e con il maggior numero di avvocati ma senza certezza della pena e con la peggiore performance sulle domande di giustizia portate a buon fine

Scusatemi, ora i dolori di pancia sono di nuovo spasmi.

Con il Comitato Spontaneo Cittadini Contro la Malagiustizia abbiamo avanzato una petizione affinché i dolori di pancia ci vengano solo per cause naturali e non perché qualche magistrato o avvocato in cattiva fede, per soldi o altra utilità, abbia venduto i suoi servigi al miglior offerente, chi vuole aderire può farlo a questa pagina web… 

www.luigiiovino.it

L.I.

 

 

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Vite sospese nella ragnatela della vedova nera… (la mala-giustizia) il male oscuro dell’Italia nel 2014

Siamo nel 2014, pochi giorni fa è stato il giorno del ricordo per le vittime delle FOIBE, grande vergogna italiana che le nostre Istituzioni e la Politica hanno tenuto sotto il tappeto della vergogna per farle decantare, forse per non dovere affrontare ancora in salute i parenti più prossimi delle vittime…

Mentre si celebra il giorno del ricordo per le migliaia di morti delle FOIBE si tace, tacciono le Istituzioni benchèé informate, che nuove deportazioni stanno avvenendo, stavolta non più ai confini del paese, ma all’interno di esso, come dei veri e propri sequestri di persona…

La società non si allarma perché a venir rapiti, in realtà, non sono fisicamente le persone, ma i loro diritti alla giustizia giusta…

Diritti che la Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo aveva dichiarato inscindibili dalle persone, consacrandole in un tutt’uno corpo, diritti e credo politico religioso che unitamente dovevano essere tutelati…

L’adesione dell’Italia alla DUDU non è stata però recepita da tutti gli italiani, al momento mancano alcuni avvocati e magistrati, alcune caste, alcune logge massoniche, alcune cosche, che ritengono l’uomo smembrabile dai propri diritti, dai propri credi, dalle proprie scelte politiche, per avvantaggiarsene per i propri loschi interessi.

La mala-giustizia, reato di casta, è uno dei modi più usati in questo ultimo ventennio per esercitare la violenza sull’uomo e sulla donna, senza incorrere direttamente nel codice civile o penale, perchè al malcapitato di turno, almeno a “vista” non è stato torto un capello, e per la lesione dei suoi interessi il codice civile e il codice penale ha previsto una serie di giudizi…

Quì casca l’asino…

Quando gli autori materiali dei reati sono avvocati a magistrati, magari per conto di terzi, tutelati da ordini di appartenenza che oramai hanno perso l’originario indirizzo di filtro tra gli utenti e gli iscritti, schierandosi unicamente con questi ultimi, e dalla legge 117/88 in avanti, vedere condannare un avvocato o un magistrato è diventato più unico che raro, in quanto queste condanne bisogna ottenerle in un campo di giogo (il Tribunale) e con delle regole (le leggi) che loro stesso hanno scritto (o chi per loro) e che disattendono o agiscono in spregio, confidando nella omertà dei loro colleghi…

Così avvocati e magistrati consumano delitti quasi perfetti, non per mancanza di prove, ma perché prove evidenti, sempre controfirmate, vengono taciute, occultate, sottostimate, interpretate bonariamente dai loro colleghi, nel rispetto della legge non scritta  che cane non mangia cane, venendo però a determinarsi che a venire divorato è un’altro essere umano in ragione di interessi di potere o economici illeciti.

11.04.2014 – Luigi Iovino –

Comitato Spontaneo Cittadini Contro i nomi e cognomi della MALAGIUSTIZIA

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Caso Iovino: STRANA GESTIONE DI PROCEDIMENTI PENALI PRESSO LA PROCURA DI ROMA – GIUDICI DENUNCIATI

Caso Iovino Leone contro magistrati operanti presso il Tribunale di Napoli.

R.G.N.R. 63513 e seguenti, P.M. Dr. Roberto Cucchiari.

Il GIP del Tribunale di Roma, dott. Giovanni Ariolli , con ordinanza del 13.07.2010, ordinò l’iscrizione al registro indagati di un CTU e 2 magistrati del Tribunale di Napoli , che ebbero ad agire nella vicenda descritta dal sottoscritto all’indirizzo web http://www.luigiiovino.it ma solo per reati minori, che poi ha dichiarato non sussistere, mentre i reati più gravi, facilmente dimostrabili in quanto documentati non attirarono la sua attenzione…

Il precedente GIP Dr. Mario Frigenti, che voleva nuove indagini, è stato esonerato dal caso…

vicenda nata come una truffa immobiliare contro lo Stato e contro 100 famiglie, poi trasformatasi contro di me in una frode processuale da cui poi scaturirono una serie di violenze ai danni incredibili (in un paese appena democratico)  contro la mia famiglia, già divenuti estorsione , il tutto ancora in corso, mentre provvedimenti giudiziari e amministrativi a conferma delle nostre originarie denunce vengono ostacolati…  Chi deve fermare questi criminali?

 

 

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